Dicembre, 2019

Sab07Dic(Dic 7)21:00Dom08(Dic 8)20:00Mein Kampf kabarett21:00 - 20:00 (8)

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Informazioni spettacoli

MEIN KAMPF kabarett
di George Tabori
con Giovanni Arezzo, Francesco Bernava, Egle Doria, Luca Fiorino, Alice Sgroi
scene e costumi Cristina Ipsaro Passione
assistente Gabriella Caltabiano
organizzazione Filippo Trepepi
locandina Maria Grazia Marano
foto di scena Gianluigi Primaverile
sartoria Grazia Cassetti
Regia Nicola Alberto Orofino
Piccolo Teatro della Città, 7 e 8 dicembre

Produzione Mezzaria TeatroMadè  in collaborazione con SENZA MISURA TEATRO

Un giovane ragazzo con la passione della pittura, arriva da Braunau sull’Inn, cittadina austriaca ai confini con la Germania, a Vienna per tentare l’esame di ammissione all’Accademia di Belle Arti. Squattrinato, infreddolito e costipato, trova rifugio in un dormitorio in cui vivono l’ebreo Lobkowitz e l’ebreo Herzl. Una storia come tante, se non fosse che quel giovane ragazzo di Braunau sull’Inn altro non è che l’uomo che da lì a qualche anno avrebbe abolito ogni libertà in Germania, causato un conflitto mondiale e ucciso sei milioni di ebrei. Mein Kampf di George Tabori è un testo complesso, pieno di riferimenti religiosi, storici, intellettuali.

“MEIN KAMPF – spiega il regista Nicola Alberto Orofino – , rovesciando completamente l’omonimo libro del Fuhrer, è una lezione di vita, perché di attesa e d’incapacità di leggere e ragionare sugli accadimenti della nostra esistenza, di frustrazioni e inumanità, di bramosia di potere e leaderismo siamo ammalati in tanti, (troppi) oggi come ieri. In un contesto siffatto tutto può accadere anche oggi, come quando in quel tempo non tanto lontano, nell’ospizio della signora Merschmeyer, arrivò per caso un giovane di Braunau sull’Inn che da lì a qualche anno, improvvisamente, avrebbe abolito ogni libertà in Germania, causato un conflitto mondiale e ucciso sei milioni di ebrei”.
Al titolo Mein Kampf, il regista ha aggiunto il sottotitolo Kabarett.
“Il Kabarett – dice – da un punto di vista tematico e stilistico faceva spessissimo uso della satira, soprattutto affrontando argomenti legati alla società e alla politica, non ultimo il nazismo. Inoltre l’antisemitismo dilagante in quegli anni colpì duramente anche la comunità degli artisti del Kabarett, perché molti di loro erano ebrei. L’ironia a tratti feroce che pervade il testo, mi ha fatto pensare che questa forma di spettacolo tanto si avvicina allo spirito dell’opera. Infine ho preferito usare il termine Kabarett a Cabaret nel rispetto di una differenziazione proposta dagli stessi studiosi e artisti tedeschi dell’epoca: cabaret indica solo gli spettacoli più piccanti e di grana grossa, mentre il termine Kabarett sarebbe riservato agli intrattenimenti di satira sociale e politica.  E intrattenimento di satira sociale e politica mi sembra la definizione più giusta per il tipo di lavoro intrapreso”.

Orario

7 (Sabato) 21:00 - 8 (Domenica) 20:00

Con il patrocinio e il contributo

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