Gli industriali del ficodindia è un grande classico interpretato dal maestro Tuccio Musumeci, beniamino del pubblico siciliano e ultimo rappresentante del teatro di tradizione. Prodotta dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale, la pièce vede al fianco di Musumeci che torna a interpretare il ragioniere Scillichenti, ci sono Sebastiano Tringali nei panni di Don Ferdinando Nuscarà, Margherita Mignemi in quelli della governante Antonia e tutta l’affiatata compagnia del Teatro della Città con Luca Fiorino (Ferdinando II), Lorenza Denaro (Sisina), Claudio Musumeci (Shannon, l’americano), Enrico Manna (Il turco), Santo Santonocito (L’avvocato). La regia è di Giuseppe Romani, scene e costumi di Giuseppe Andolfo, le musiche di Matteo Musumeci.
«La commedia di Massimo Simili – dice Tuccio Musumeci – fu scritta in pieno boom economico ma, per molti versi, rimane attualissima, perché purtroppo quell’imbroglio tessuto ai danni della Regione Siciliana potrebbe avvenire oggi, proprio nello stesso modo. La prima volta che tentammo di portarla in scena in Sicilia, negli anni ’60, non fu possibile perché risultava oltremodo oltraggioso. Oggi invece, purtroppo o per fortuna, degli imbrogli si ride». La storia alla base della commedia si sviluppa da quella che il catanese Massimo Simili raccontò, all’inizio, nell’articolo “Il miracolo economico del cavaliere Nuscarà”. Era la vicenda vera, ma inverosimile, di un abile truffatore, un tizio che riusciva a farsi finanziare il progetto di spremere la buccia del pistacchio fresco per ottenere la “pistacchiola”, potente collante siciliano. Un’industria che, naturalmente, rimaneva sulla carta ma arricchiva l’industriale. L’articolo prospettava un caso limite talmente paradossale che in tanti proposero all’estensore di sviluppare l’argomento in un libro. «Con l’aggiunta di altri episodi –  diceva Simili – , e cambiando il pistacchio con qualcosa di più tipicamente isolano, scrissi Gli industriali del ficodindia… Nel fenomeno degli industriali del ficodindia, c’è un particolare importante: un imbroglio del genere presuppone degli approfittatori d’altissima classe che – chiamateli filibustieri, chiamateli figli di cane, chiamateli come volete – sono anche degli artisti, se è vero che l’arte è una cosa a sé, al di là del lecito e dell’illecito. Gente dalla quale bisogna tenersi alla larga, d’accordo, rifacendole tanto di cappello: la ricchezza d’immaginazione è un grandioso spettacolo».

Tuccio Musumeci in Gli industriali del ficodindia
di Massimo Simili
regia Giuseppe Romani
scene e costumi Giuseppe Andolfo
musiche Matteo Musumeci

Personaggi e interpreti

Don Ferdinando Nuscarà, ovvero Ferdinando I                        Sebastiano Tringali
Suo nipote ovvero Ferdinando II                                                             Luca Fiorino
Il ragioniere Scillichenti                                                                 Tuccio Musumeci
Antonia, governante di casa                                                          Margherita Mignemi
Sisina, sua figlia                                                                               Lorenza Denaro
Shannon, americano                                                                                  Claudio Musumeci
Il turco                                                                                             Enrico Manna
L’avvocato                                                                                       Santo Santonocito

 

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